Fabrizio Biondi e il romanzo poliziesco, un intreccio che si proporrà a breve grazie all’uscita del suo nuovo libro, dal titolo più che eloquente in merito alla trama, Social killer. Considerato un sottogenere letterario, il romanzo poliziesco ha sempre prodotto interessanti personaggi e intrecci ben delineati.
Nato in epoca vittoriana con Arthur Conan Doyle, autore del padre di tutti i detective Sherlock Holmes e discendente indiretto del romanzo gotico, il romanzo poliziesco fiorisce e attecchisce nel Novecento grazie ai validi contributi di Agatha Christie e del belga Georges Simenon.
Negli ultimi trent’anni in molti si sono cimentati nel genere anche con interessanti commistioni inventando ad esempio il giallo storico. Un esempio nostrano ruota intorno al personaggio ideato da Danila Comastri Montanari, il patrizio romano Publio Aurelio Stazio vissuto all’epoca dell’imperatore Claudio, mentre la britannica Margaret Doody affida delle pseudo indagini addirittura al filosofo Aristotele in una serie di avventure pubblicate a partire dal 1980.
Due investigatori che invece operano di pari passo con l’attualità sono invece due commissari di polizia, gli ormai classici Salvo Montalbano, siciliano con non velate simpatie verso una sinistra pura, creato dallo scrittore Andrea Camilleri, e l’ateniese Charitos, alle prese con la crisi economica greca, uscito dalla penna della scrittore greco Petros Markaris.
Scorrevoli nella narrazione e un filino ironici i romanzi con protagonisti questi ultimi personaggi godono di vasto consenso popolare e sono assai gradita lettura estiva.
Sicuramente non entreranno nelle antologie scolastiche, ma contribuiscono a far leggere, attività che non dovrebbe mai essere trascurata a qualsiasi età.
Fabrizio Biondi