Oscar Wilde e la Spagna, cosa hanno in comune? Nulla, per fortuna, ma spesso, troppo spesso, si usa dire che gli opposti si attraggono, come il bianco e il nero, il forte e il debole, il giorno e la notte…..ma forse nello sport questo binomio non avrà mai ragione d’essere, perchè il campione e il mentecatto non andranno mai a braccetto.
Lo spettacolo indecoroso a cui un pò tutti abbiamo assistito ieri nel corso dell’ultimo gran premio di moto GP, ha sancito e certificato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che la Spagna, e i suoi sportivi, sono ben poca cosa. Per chi non lo sapesse, questa stessa nazione è stata teatro dello scandaloso trasferimento di Di Stefano dal Barcellona al Real Madrid, per puro volere governativo, per evitare che i catalani avessero il sopravvento sulla squadra della capitale.
Queste compagini poi, attualmente dominano il calcio europeo solo ed esclusivamente grazie ai gol di portoghesi, francesi, brasiliani, argentini e uruguagi. E gli spagnoli, dove sono? A costruire eccellenti auto da corsa? Moto da gara? Neanche l’ombra, visto che ancora sono ancorati alla Seat, attualmente tedesca ma precedentemente scarto delle catene di montaggio della Fiat. Moto? Neanche a parlarne, forse biciclette, ma da quando nel 2006 è stato arrestato il dottor Eufemiano Fuentes, i ciclisti spagnoli sono scomparsi, Nadal non vince più nemmeno contro i raccattapalle.
Forse allora si saranno concentrati sullo sci, sul nuoto, sulla ginnastica artistica, sulla scherma, sugli scacchi, sulla campana, briscola, tresette…..falliti in ogni competizione, in ogni sport, in ogni disciplina. E allora, perchè non costruirsi uno sport nazionale, tutto loro, in cui la vittoria è assicurata? La corrida!
Già, ma il toro è grosso, pericoloso, con le corna, è furioso, meglio addomesticarlo prima di combatterci contro, di drogarlo, per renderlo più mansueto, e semmai, non un solo torero, ma 4 o 5, magari qualcuno a cavallo, così la vittoria è sicura.
Questo è il grande spirito sportivo iberico…..in questo momento, per semplificare quello che è successo ieri, mi viene in mente solo una partita di doppio a tennis, in cui alla fine ci si accorge che giocano tre contro uno….impossibile da immaginare, i due compagni di squadra si prenderebbero a racchettate!
Comunque, cari Marquez e Lorenzo, voi siete solo invidiosi, ed estremamente ambiziosi di arrivare dove non arriverete mai, e come scrisse Oscar Wilde “L’ambizione è l’ultimo rifugio del fallito”.
Fabrizio Biondi