Cronistoria non comune. Una cronistoria quindi, forse non proprio comune, anzi, molto fuori dalla portata di molti dei pensieri che ci affollano quotidianamente la testa. Un suicidio, tentato, maturato alla fine di un cumulo di inquietudini interiori, micidiali, che hanno portato alla tragica scelta di togliersi la vita con un cappio al collo. Ricordo benissimo la sensazione che incute e trasmette il gesto stesso, solo a parlarne, un suicidio in questo modo, quando da ragazzo ascoltai per la prima volta la canzone di Alberto Fortis, la sedia di lillà, in quel caso, non c’era stato tempo per i ripensamenti. In questo caso, proprio all’interno di questa stupenda cronistoria, l’Autore fa intervenire al momento opportuno la coscienza, che permette all ’ ultimo istante un salvataggio insperato. Concordo perfettamente con l’Autore, quando nella sua biografia dice che “è assolutamente indispensabile vivere per poter desiderare di morire”.
Fabrizio Biondi