Razzismo nel calcio, ancora, l’ennesima figuraccia in uno stadio italiano, che per giunta si chiama Olimpico, ma che di sport e di celebrazioni in certe occasioni ne ha ben poco, ululati nei confronti di un giocatore avversario di colore, un gesto inqualificabile.
Durante la gara tra Lazio e Napoli infatti, l’arbitro Irrati ha sospeso il gioco per alcuni minuti proprio per questo motivo, razzismo, per dei cori beceri ed irritanti contro Napoli e il suo difensore Koulibaly provenienti dalla curva Nord. Già in precedenza si erano sentiti cori discriminatori dei laziali: fin dall’inizio, la Curva Nord ha intonato “Vesuvio, lavali col fuoco” e “Odio Napoli” ai circa mille sostenitori partenopei. Cori che erano stati coperti dai fischi
del resto dello stadio.
La partita è stata ferma per 4 minuti, poi l’arbitro Irrati ha fatto riprendere il gioco dopo che l’altoparlante dell’Olimpico aveva annunciato che la partita sarebbe stata definitivamente sospesa in caso di reiterazione degli insulti razzisti.
Una figuraccia “olimpica” visto che in tribuna c’era anche lo sceicco del Kuwait Ahmad Al Sabah, presidente dei comitati olimpici mondiali e membro Cio e dell’Esecutivo Fifa. Lo sceicco aveva appena incontrato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, quello della Figc, Carlo Tavecchio e i membri italiani del Cio, Franco Carraro e Mario Pescante, e questo ennesimo episodio di razzismo potrebbe certo non giovare alla candidatura olimpica di Roma.
La “vittima” di questi cori, il napoletano Koulibaly, a fine gara ha ringraziato il direttore di gara e gli avversari della Lazio per il comportamento tenuto in campo, mentre il suo omologo biancazzurro Keita, lo ha pubblicamente portato come esempio, dimostrandogli tutta la sua ammirazione.
Almeno in questo il calcio italiano ne è uscito bene ieri sera, per tutto il resto invece, decisamente no.
Fabrizio Biondi