Cuore e determinazione, grinta, duro lavoro, e il coraggio e la voglia di superare un handicap che ti tiene lontano da tutto e da tutti, emarginato. Lo sport per superare le barriere che ogni giorno ti vengono imposte, e il cuore da gettare oltre ogni ostacolo. Abdellatif Baka, questo è un nome che rimarrà nella storia, perchè a A Rio de Janeiro si è fatta la storia. A scriverla è stato proprio lui, Abdellatif Baka, algerino classe 1994, atleta ipovedente che ha corso i 1500 metri di atletica leggera alle paralimpiadi. Il corridore nordafricano, infatti, ha conquistato l’oro nella distanza, classe T13, con un tempo addirittura migliore di quello fatto realizzare dall’americano Matthew Centrowitz, primo nella stessa specialità, ma ai Giochi disputati in agosto. Baka ha fermato il cronometro in 3’48″29, meno del 3’50″00 con cui vinse l’oro l’atleta a stelle e strisce, e il tempo non è stato battuto soltanto dal vincitore dell’oro Baka, ma anche dai primi tre atleti paralimpici piazzatisi alle sue spalle: l’etiope Tamiru Demisse (3’48″49), medaglia d’argento; il keniota Henry Kirwa (3’49″59), bronzo. L’altro algerino Fouad Baka (3’49″84), fratello del primo classificato che, peraltro, nello stesso stadio dove si è tenuta la gara vinta il mese scorso da Centrowitz ha stabilito anche il nuovo record del mondo.. Un inno anche accostato alle parole di un altro super campione, Pietro Mennea, che il 12 settembre 1979 conquistava il primato mondiale dei 200 metri, con il suo grandissimo cuore … “Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vogliono lavoro e sacrificio quotidiano, nello sport come nella vita” … e un grande cuore…
Fabrizio Biondi